La Cultura della Sicurezza Alimentare è uno dei fattori di contesto che l’impresa alimentare deve acquisire per potenziare la Leadership, ovvero, per dimostrare come essa si applica alle rispettive aree di responsabilità.
La Cultura della Sicurezza Alimentare non è solo norma cogente, ma anche un requisito dello standard per le certificazioni GFSI.
La pianificazione deve prevedere la partecipazione attiva ad incontri interni tra addetti alla manipolazione degli alimenti e responsabili dell’elaborazione e della gestione delle procedure, per rafforzare sia gli obiettivi del sistema di gestione per la sicurezza alimentare che la pianificazione per il loro raggiungimento.
Come supporto suggeriamo di considerare i 5 requisiti e le 6 azioni indicate nel «Capitolo XI bis – Cultura della sicurezza alimentare» dal Reg. CE 382/21 e di creare un elaborato tecnico che stabilisca monte ore ed argomenti.
Il piano operativo dei temi da trattare, senza limitarsi ad essi: - il controllo del monitoraggio e della misurazione, - la verifica correlata ai PRP e al piano di controllo dei pericoli, - l’analisi dei risultati delle attività di verifica, - il controllo delle non conformità di prodotto e di processo.
La valutazione delle prestazioni dell’attività operativa dovrà considerare audit interni le cui informazioni dei controlli, ricevute dal personale intervistato, devono essere presentate in un modo che consenta all’auditor di collegare le informazioni agli obiettivi specifici del proprio sistema aziendale di gestione della sicurezza alimentare.
In sintesi, la Cultura della Sicurezza Alimentare è il modo di aggiornamento del sistema di gestione per la sicurezza alimentare per un miglioramento continuo.
Come afferma lo stesso Reg. CE 382/21 «la cultura della sicurezza alimentare rafforza la sicurezza alimentare aumentando la consapevolezza e migliorando i comportamenti dei dipendenti degli stabilimenti alimentari. Tale impatto sulla sicurezza alimentare è stato dimostrato in diverse pubblicazioni scientifiche».
Con l’affermazione sopra riportata, e come tale indicata nel regolamento, è opportuno ricordare che la Cultura delle Sicurezza Alimentare è capacità di «replicabilità» non solo di un prodotto sicuro per la salute, ma anche replicato per le proprie specifiche tecniche. La replicabilità è sinonimo di fidelizzazione del cliente e metodo per affrontare cambiamenti per il miglioramento continuo.
Le norme, come ad esempio il Reg. CE 382/21, mai devono essere considerate come un modo per impedire o rallentare la crescita aziendale, ma sono un output per il riesame di direzione per il miglioramento continuo.
In conclusione la Cultura della Sicurezza Alimentare costituisce il quadro di riferimento per fissare e riesaminare gli obiettivi del sistema di gestione per la sicurezza alimentare, costituisce il modo per soddisfare i requisiti per la sicurezza alimentare, costituisce il metodo di comunicazione interna.
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